Due chiacchere con l’autore di Darksiders La cripta degli Abomini
Dal sito dell’editorie americano vi proponiamo un’estratto (tradotto) dell’intervista di Ari Marmell, l’autore del romanzo che abbiamo pubblicato di recente, uscito solo due giorni fa negli Stati Uniti (dove il day one era fissato per il 24 luglio).
Abbiamo già scritto in precedenza dell’esperienza di Marmell a stretto contatto con gli sviluppatori del gioco, ma leggiamo qui un po’ più di dettagli:
Su quali aspetti ti sei concentrato durante la scrittura del libro? Quali elementi stilistici ti sembravano più importanti per dare vita a una storia ambientata nell’universo di Darksiders?
Come qualsiasi altro tie-in, il romanzo doveva sembrare parte integrante di quel mondo. Doveva essere fedele e preciso, non solo per quanto riguardava i dettagli visivi o i personaggi, ma soprattutto per la tematica e l’atmosfera di fondo. Un tie-in non potrà mai essere il miglior libro del mondo, se non riesce a catturare questi aspetti dell’universo a cui si ispira.
Nel mio caso, ho dovuto fare i conti con l’epica mitologica dei giochi e con l’estetica complessiva, inclusi quegli elementi creati appositamente per il romanzo e non basati sul mito. Tutto doveva essere magnificente. Doveva cogliere gli aspetti più intimi delle personalità di Morte e Guerra. E anche l’azione reclamava la sua parte. Darksiders si lega a uno stile d’azione molto specifico, sovrumano, per certi versi simile a quello degli anime: se il romanzo non fosse riuscito a riprodurlo, semplicemente non avrebbe funzionato.
Tu scrivi sia spin-off che romanzi inediti. Da scrittore, qual è la differenza principale tra queste due attività?
Sono i processi mentali a essere diversi. In entrambi i casi devi restare fedele al tono dell’ambientazione e dei personaggi, ma nei tie-in ti ritrovi a lavorare su ambientazioni e personaggi che non hai creato personalmente. È come cercare di entrare nella testa di qualcun altro, rispettando regole e restrizioni che non hai scelto tu e che magari non ti convincono al cento percento.
Si tratta di due processi simili, ma che in realtà richiedono abilità diverse.
Darksiders 2 uscirà poco dopo il romanzo. Non ti sei sentito addosso una maggiore responsabilità in termini di accuratezza e coerenza?
Non so se è corretto parlare di maggiore responsabilità. Come ho detto, l’accuratezza e la coerenza sono requisiti imprescindibili per uno scrittore che si dedica a un tie-in. Per di più, l’uscita quasi contemporanea era già prevista nel progetto originale.
Detto questo, io e il resto delle persone coinvolte nella realizzazione del libro abbiamo sempre tenuto ben presente il concetto di fedeltà. Ci siamo concentrati su questo aspetto durante tutto il processo di scrittura.
Hai qualche consiglio per i fan o gli scrittori in erba che volessero dedicarsi agli spin-off o ai tie-in?
Sì, scrivete storie completamente originali.
Con questo non voglio certo screditare i tie-in o la fan fiction, ma è molto raro, se non impossibile, che qualcuno passi direttamente dalla fan fiction ai tie-in ufficiali.
È necessario pubblicare qualcosa che attiri l’attenzione degli agenti, dei publisher o degli editori, qualcosa che vada al di là di un semplice racconto scritto da un fan. E nella maggior parte dei casi, in assenza di particolari concorsi o promozioni, è del tutto inutile presentare ai produttori un tie-in non richiesto. Quindi scrivete storie originali, guadagnatevi una certa notorietà come autori e solo dopo contattate i proprietari dell’IP su cui volete lavorare.
L’intervista completa se volete leggerla tutta.
Vi ricordiamo che nella SCHEDA del romanzo è disponibile (sia scaricabile che sfogliabile) un’anteprima (prologo e primo capitolo), se ancora non lo avete comprato! 😉