Intervista a Lorenzo Corti – Le Sentinelle del Patto

Come ti è venuta l’idea di scrivere un romanzo fantasy?

La cosa che più amo nei fantasy è il “panorama” sullo sfondo: al di là della storia – che può essere epica, bizzarra, fantastica – quello che adoro quando inizio a leggere un nuovo romanzo è l’ambientazione. Penso al Colosseo: il motivo per cui quella costruzione – come altre nel nostro mondo – è così straordinaria, non risiede in quello che è ora, ma si trova nel suo passato. Le sue pietre non sono importanti in quanto tali, ma lo sono perché rimandano a un “panorama” diverso dal nostro, intriso di storia, fascino e vite vissute. E così è per me quando leggo un fantasy: mi piace respirare il mondo dietro la storia, che altro non è che la conseguenza di vari “panorami”. Tornando alla domanda: ho costruito un mondo e una cronologia in cui le mie due grandi passioni – fantasy e aeronautica – potessero coesistere. È nato come un gioco: mi piace leggere le cronache e gli eventi nelle appendici dei libri. Mi piace notare i dettagli con cui gli autori collegano eventi del passato a eventi del presente. Mi sono detto: perché non farlo? Perché non creare un mondo e una cronologia io stesso? E così è cominciata, una riga alla volta, la stesura delle cronache di tutte le razze. Da lì poi è nata la storia delle Sentinelle del Patto.

 

Quindi, prima hai costruito un mondo, poi una storia: a cosa ti sei ispirato?

L’innamoramento con il genere, come per molti altri prima di me, è scattato leggendo Il Signore degli Anelli di Tolkien: il fascino di quel mondo – al di là della maestosità della storia e dello stile – è la possibilità che il lettore ha nell’intravedere uno sfondo che dà spessore agli eventi del presente. È il Silmarillion che investe di epica la missione di Frodo e Sam; è Narsil che fu rotta contro Sauron, che glorifica Anduril riforgiata. Penso quindi che tutti i fantasy con una forte ambientazione siano stati di ispirazione per Le Sentinelle del Patto: tuttavia, non volevo che il mio libro fosse un fantasy puro e classico. Probabilmente, se l’avessi scritto durante l’adolescenza, ci sarebbero stati elfi silvani e armature, maghi cattivi e “quest” da compiere. Ma Alerin e le Sentinelle nascono in età più matura: la mia storia non è più (solo) legata al liceo e alla spensieratezza di quei tempi. Il mio bagaglio di vita si arricchisce di studi sudati (ingegneria aerospaziale è la moderna salita al Monte Fato), lunghe trasferte di lavoro in posti remoti e una maggiore consapevolezza del mondo in cui viviamo. E questo si è riflesso nel mio libro: ci sono istituzioni che governano; c’è una scienza (magica, ovviamente) che segue delle leggi fisiche; c’è un sistema economico che prende origine da una preziosa risorsa naturale; ci sono razze diverse, battaglie aeree tra creature e macchine volanti, luoghi inesplorati ma anche città sudice e polverose.

 

Perché consiglieresti la lettura de Le Sentinelle del Patto?

Sorrido: consiglierei tanti altri bei fantasy prima di questo. Le Sentinelle del Patto è un progetto che nasce dalla passione che nutro verso questo genere letterario. E quando uno vive qualcosa di bello, lo comunica agli altri. E questo è l’intento del libro: far vivere al lettore una storia appassionante, ricca di dettagli e coerente con l’ambientazione, che sia in grado di conquistare un minuscolo ma fondamentale pezzo di cuore, lasciando quel ricordo dolceamaro – quella nostalgia elfica –  che solo le storie su carta possono lasciare. E citando una delle frasi che più mi sta a cuore: “Per noi non c’è che il tentare, tutto il resto non ci riguarda”.