Un Nuovo Orizzonte: Un Assaggio del Romanzo!
Il sole sembrava una corona puntuta di luce che riposava a est sulla cima delle montagne.
Benny voltò il viso verso la luce, come a berne il calore.
L’area di attesa in cui erano tenuti i morti sotto osservazione era troppo fredda.
Benny non aveva mai avuto a che fare con l’aria condizionata prima d’ora e non era sicuro che gli piacesse. Si sentiva bene al sole, sentiva rinascere i muscoli delle braccia e del petto. Nel pomeriggio avrebbe avuto bisogno anche della più piccola ombra che fosse riuscito a trovare, ma per ora andava bene così.
Salveremo Chong, disse la sua vocina interiore.
“Sì, lo faremo”, disse poi a voce alta.
Un’ombra gli passò sul volto. Guardò verso l’alto e vide un avvoltoio che planava nel cielo sopra al fortino ospedaliero di sei piani. Sbatté le sue grandi ali nere e si fermò a riposare sopra a un jet che se ne stava seduto e silente a circa duecento metri.
Era stato quel jet a strappare Benny, Nix, Chong e Lilah da Mountainside. Avrebbe dovuto dare le risposte a tutte le
loro domande, dare un senso al mondo. Se ne stava lì, di fronte alla montagna, con le finestre oscurate e il portellone chiuso. Ma intorno a quel portellone c’erano strisciate di sangue, macchie di interiora e un’impronta scolorita che da rossa era diventata marrone. La scaletta in metallo giaceva a qualche metro di distanza. C’era sangue su ogni gradino e tracce ve n’erano anche lungo il terreno che portava alla fila dei grandi hangar grigi situati dietro al fortino.
La prima volta che Benny aveva visto il sangue, aveva chiesto spiegazioni al monaco che lo scortava, Fratello Albert: “L’equipaggio è stato attaccato dagli zom?”
Fratello Albert era trasalito all’udire la parola ‘zom’ e Benny si era pentito subito di averla usata. I monaci li chiamavano ‘Bambini di Lazzaro’ ed erano convinti che fossero gli umili e i miti che avrebbero ereditato il mondo,
per volere di Dio. Benny non era per niente d’accordo con questa teoria anche se era molto più gradevole dell’altro apocalittico pensiero della Chiesa della Notte.
“No”, aveva risposto, “le sirene hanno allontanato i Bambini mentre il jet atterrava”.
I militari avevano usato una serie di sirene posizionate sulle torri più alte per allontanare gli zom e liberare la pista
d’atterraggio e permettere l’accesso agli hangar e al fortino.
I soldati stazionavano in un piccolo edificio di pietra al limitare del campo controllato dalle sirene. Quando avevano
smesso di suonare, i morti viventi erano tornati a ciondolare verso la trincea, attirati dai vivi che vivevano dall’altra parte.
“Allora cos’è successo?”
Fratello Albert aveva alzato le spalle. “Non ne sono sicuro, fratello. Portavano viveri e attrezzatura in una base di Fort Worth. Devono essere stati attaccati là”. Si era fermato un istante a pensare. “Conosci la Nazione Americana?”
“Certo. Il capitano Ledger e Riot ci hanno raccontato un po’ di cose. È ad Asheville, nel nord della Carolina. So che ci sono almeno centomila persone là. C’è un nuovo governo, e so che stanno cercando di riprendersi il paese dal controllo dei morti”.
“Sì, si dice che sia così”.
Benny diede un’occhiata al jet. Mentre lui e i suoi amici lottavano contro ai i mietitori, era caduto dal cielo come un
uccello mostruoso uscito da un’antica leggenda. Era enorme, rombante, con quattro grandi motori. Aveva sorvolato la battaglia ed era atterrato al Santuario.
Quando l’avevano visto la prima volta, circa un anno prima, che si levava sulle montagne della California, avevano
pensato fosse un aereo di linea. Ora sapevano che si trattava di un jet per trasporto militare C-5 Galaxy. Il più grande velivolo militare che sia mai stato costruito.
“E l’equipaggio?”, chiese Benny. “Stanno bene?”
Il monaco scrollò le spalle. “Non lo so. Non mi dicono niente”.
Era vero. Gli scienziati militari gestivano una base che per lo più si trovava sotterranea da un lato della trincea e i monaci conducevano un ospedale e un ospizio sull’altro lato. A eccezione di alcune sessioni di colloqui che avvenivano all’interno del fortino, le comunicazioni tra i due centri erano davvero minime.
Oltre al jet, dall’altra parte della base aerea c’era un’enorme orda di zom. Ciondolavano lenti verso Benny anche se il più vicino di essi si trovava comunque a un chilometro. Ogni mattina il canto delle sirene liberava la strada in modo che Benny potesse attraversare la trincea e ogni sera la liberava perché Nix potesse fare lo stesso. Entrambi venivano
quotidianamente intervistati dagli scienziati per almeno un’ora. Ma mai di persona. La cabina per le interviste era un cubo costruito a un angolo del fortino. L’unico contatto era attraverso un microfono e uno speaker. La novità di questa tecnologia del periodo prima della Prima Notte sfumò subito. Gli scienziati facevano un sacco di domande, ma non davano niente in cambio. Né informazioni né risposte. L’aver permesso a Benny di vedere Chong era stato un atto straordinario di grande generosità, anche se Benny sospettava che fosse tutto parte di un esperimento scientifico. Forse per capire quanto avesse ancora di umano.
Fame.
Dio.
Tutte le sere i monaci portavano qui Nix. Lasciavano vedere Chong anche a lei?
Raggiunsero l’entrata del cubicolo. Si aprì subito non appena Benny vi fu vicino. All’interno c’era una sedia pieghevole di metallo.
Benny diede un’occhiata agli zombie dietro di sé. Il ranger, il capitano Ledger, aveva detto a Nix che erano all’incirca
duecentomila. I monaci, invece, sostenevano che fossero almeno mezzo milione. Dovevano saperlo bene loro, visto che lavoravano tutti i giorni a contatto con la piaga e la morte.
“Stanno aspettando, fratello”, mormorò il monaco che lo accompagnava e per un attimo Benny si chiese se Fratello
Albert si stesse riferendo agli scienziati o agli zom.
“Già”, rispose. “Lo so”.
Il monaco chiuse la porta e il catenaccio a meccanismo idraulico scivolò al suo posto con uno sbuffo come il vapore quando sfugge da una valvola. Dentro c’era solo una piccolissima luce elettrica che si limitava a creare delle ombre.
Mentre aspettava al buio gli pareva di udire ancora la voce di Chong.
Fame.
Un Nuovo Orizzonte, quarto e ultimo capitolo della saga Cronache Zombie, sarà disponibile dal 14 aprile in tutte le librerie! Benny Imura e i suoi amici vi aspettano per la resa dei conti col terribile Saint John… non mancate!