Star Wars: Una Nuova Alba. Attenti a Hera!
Hera non aveva intenzione di condurre la sua nave all’interno del complesso minerario di Cynda per un atterraggio non autorizzato. Unendosi al convoglio, comunque, si era avvicinata molto, e una volta uscita dalla visuale dello Star Destroyer, aveva parcheggiato in orbita. La piccola navetta da escursione della sua nave le aveva permesso di percorrere il tratto rimanente, portandola in una minuscola officina sulla superficie.
Aveva studiato abbastanza il settore minerario da sapere cosa fingere di essere: un tecnico della manutenzione per i droidi da carico pesante. Avrebbe pensato al resto al momento opportuno.
“È l’entrata sbagliata”, aveva detto il tizio all’interno della camera di equilibrio.
“Oh, accidenti, mi dispiace. È il mio primo giorno, e sono in ritardo!”
“E dov’è il tuo tesserino?”
“L’ho scordato. Riesci a crederci? Il mio primo giorno!”
L’uomo ci aveva creduto, lasciandola passare con un sorriso che diceva quanto sperasse che lei avrebbe continuato a sbagliare strada in futuro. Molte persone appartenenti a varie specie differenti trovavano Hera attraente, e lei era felice di servirsi di quel piccolo espediente per una buona causa.
Ma mentre camminava guardinga attraverso il complesso minerario, cominciò a rendersi conto di quanto quella causa fosse diventata difficile. Gorse e Cynda producevano una sostanza strategica per l’Impero, certo, ma erano ben distanti dal centro della galassia. Eppure Hera aveva individuato una telecamera di sorveglianza dopo l’altra, incluse alcune che gli operai non avrebbero senza dubbio dovuto vedere. Se anche i mondi dell’Orlo avessero raggiunto un livello di sicurezza pari a quello di Coruscant, qualsiasi azione contro l’Impero si sarebbe rivelata molto più difficoltosa.
Un’altra buona ragione per andare a fare visita al mio amico su Gorse, pensò, evitando abilmente il campo visivo di un’altra telecamera segreta. Incontrarsi con un informatore misterioso era pericoloso: l’aveva imparato piuttosto in fretta, durante la sua breve carriera da attivista Ma il suo contatto aveva dimostrato di conoscere le risorse di sorveglianza imperiali, e lei ne avrebbe avuto bisogno più avanti, per arrivare alle cose importanti.
Ma per scoprire di più in merito ai metodi del conte Vidian, avrebbe dovuto far ricorso agli ormai superati appostamenti.
In quel momento il conte era su Cynda, lo sapeva: l’aveva già visto una volta da lontano, mentre attraversava le grotte con un gruppo in visita. Era difficile avvicinarsi. Le colonne di cristallo trasparente erano belle da guardare ma offrivano un pessimo riparo.
Si lanciò attraverso un isolato passaggio laterale, pensando di aver trovato una scorciatoia che l’avrebbe portata a precederlo. Invece, trovò qualcos’altro.
“Ferma!”. Un assaltatore apparve alla fine del corridoio, con il blaster puntato.
Hera si bloccò. “Scusami”, disse, mettendosi una mano al petto ed emettendo un sospiro. “Mi hai spaventata!”
“Chi sei?”
“Lavoro qui”, spiegò, avvicinandosi come se non ci fosse niente di male. “Forse sono nel posto sbagliato. È il mio primo giorno”. Sorrise.
“Dov’è il tuo tesserino?”
“L’ho dimenticato”. Abbassò imbarazzata gli occhi scuri, poi li sollevò di nuovo.
“Riesci a crederci? Il mio primo giorno!”
L’assaltatore la fissò per un momento… poi vide il blaster che aveva addosso. Lei si mosse più velocemente di lui, tirandogli un calcio che fece cadere l’arma dalle mani del soldato preso alla sprovvista. Vedendo il blaster rotolare via, l’uomo in armatura si precipitò a raccoglierlo. Lei lo scansò con facilità, girò su se stessa e si lanciò contro la sua schiena. L’assaltatore, perdendo l’equilibrio sul suolo cristallino, inciampò, e il peso di Hera lo scaraventò di testa contro il muro laterale. L’elmo battè fragorosamente contro la superficie, e il soldato crollò a terra, immobile.
“Scusa”, sussurrò Hera da sopra la spalla dell’assaltatore caduto.
“Il mio fascino non ha effetto su tutti”.